La domanda di Carlo:

Sono intollerante al latte ho provato il latte di riso ma non riesco a digerirlo , cioè mi viene difficile digerirlo e…come mai? Oltre al latte di riso cosa posso provare?? Grazie”

La risposta della nostra Esperta, Dott.ssa Fabiana Cardarelli:

L’intolleranza al lattosio è dovuta all’incapacità dell’intestino di scindere il lattosio, zucchero presente nel latte di mucca, di capra, di asina, nei suoi due componenti base: glucosio e galattosio assimilabili dall’intestino.

Il problema è provocato dalla carenza o assenza di lattasi, un’enzima presente sul bordo delle cellule intestinali la cui attività diminuisce passando dall’età pre-scolare a quella adulta, rendendo difficile o impossibile la digestione di latte e derivati.

In assenza dell’enzima, il lattosio passa indigerito nell’intestino ed a livello del colon viene attaccato dalla flora batterica che lo fermenta, producendo scorie e gas che causano i tipici disturbi intestinali.

In caso di intolleranza l’unica cura possibile consiste nell’eliminazione o nella riduzione del lattosio dalla dieta.

E’ possibile sostituire il latte vaccino con preparati in commercio di latte vaccino a basso contenuto di lattosio o ad alta digeribilità (zimil, accadi, linea coop, grifo e molte altre marche ma comunque tutti prodotti ad alta digeribilità) oppure come ha fatto il lettore fatto con bevande alternative al latte come latte di riso, di soia, di mandorle, di nocciole, di avena o di farro.

La bevanda a base di riso è un prodotto privo di lattosio pertanto non dovrebbe essere correlato alla sintomatologia da intolleranza al lattosio ma potrebbe essere che non è tollerato dal suo organismo per altri motivi. Consiglierei pertanto di sperimentare le altre tipologie di latte che ho riportato sopra, con il consiglio assumerle inizialmente  in piccola quantità e successivamente, una volta individuate le preferite e le meglio tollerate, alternarle.

La domanda di Sonia:

“Mi sono accorta che mia figlia, affetta da Diabete 1, mangia di nascosto i dolci. Come dovrei comportarmi?”

 

La risposta dei nostri Esperti Dott.ssa Fabiana Cardarelli e Dott. Stefano Bartoli:

Mangiare di nascosto è un comportamento frequente. La migliore risposta a comportamenti di questo tipo è, in realtà, quella di porsi le giuste domande.
La prima è apparentemente la più semplice: la bambina ha fame? Sembra scontato, ma alcuni bambini mangiano il cibo di nascosto perché hanno ancora fame e, naturalmente, si procurano ciò che più gradiscono. Suggeriamo di rifletterne con il pediatra, il diabetologo e/o il nutrizionista del Centro di riferimento per valutare correttamente questo aspetto.

La seconda domanda: la bambina mangia i dolci insieme a noi in altri momenti? Le cose che non ci vengono concesse divengono infatti ambitissime. Siamo senza dubbio d’accordo sul fatto che l’alimentazione di qualsiasi bambino non deve essere troppo ricca di grassi e zuccheri semplici, tuttavia i dolci sono cibi molto pubblicizzati ed il loro consumo fin troppo diffuso tra i bambini. È importante insegnare loro a concedersi i dolci nella giusta misura, inserendoli in momenti predeterminati dei pasti consumati insieme, in modo da poterne apprendere l’effetto sulla glicemia ed il corrispondente fabbisogno insulinico. Anche a questo proposito, è molto utile confrontarsi con i professionisti del proprio Centro.

La terza domanda riguarda il comportamento generale della bambina riguardo il rispetto delle regole e la condivisione con i genitori: la bambina nasconde altri comportamenti? Mente anche su altre cose, come ad esempio la scuola? Racconta di sé e dei suoi bisogni? Il mentire ai propri genitori è, naturalmente, un comportamento sbagliato, che può meritare una punizione appropriata, ma il tipo specifico di trasgressione rappresenta la comunicazione di un bisogno da parte della bambina che va compreso approfondendo il dialogo e creando idonei momenti di condivisione.

Considerazioni più specifiche richiederebbero di analizzare più a fondo le caratteristiche della bambina, a partire se non altro dall’età in cui sta mettendo in atto questo comportamento. Se il problema dovesse perdurare e complicare le relazioni in famiglie generando forti conflitti ed esasperando dinamiche tipo guardia e ladro… suggeriamo certamente di consultare lo psicologo del Centro per elaborare le strategie più appropriate.

La domanda di Cristina:

“Per l’intolleranza al lattosio bisogna avere le stesse accortezze che per quella al glutine? Nello specifico, bisogna stare attenti alla contaminazione crociata?”

La risposta della nostra Esperta, Dott.ssa Fabiana Cardarelli:

L’intolleranza al lattosio è molto diversa da quella al glutine, sia per gli effetti di una possibile assunzione di lattosio sia per le accortezze. E’ dovuta all’incapacità dell’intestino di scindere il lattosio, zucchero presente nel latte di mucca, di capra, di asina, nei suoi due componenti base: glucosio e galattosio assimilabili dall’intestino.

Il problema è provocato dalla carenza o assenza di lattasi, un enzima presente sul bordo delle cellule intestinali la cui attività diminuisce passando dall’età pre-scolare a quella adulta, rendendo difficile o impossibile la digestione di latte e derivati.

In assenza dell’enzima, il lattosio passa indigerito nell’intestino ed a livello del colon viene attaccato dalla flora batterica che lo fermenta, producendo scorie e gas che causano i tipici disturbi intestinali.

Può essere primaria per carenza della lattasi o secondaria a stati infiammatori generali o di malassorbimento dell’intestino (es. in presenza di celiachia non diagnosticata e trattata).

In caso di intolleranza l’unica cura possibile consiste nell’eliminazione o nella riduzione del lattosio dalla dieta.

Il lattosio non sempre deve essere completamente eliminato, perché per ogni individuo esiste un valore soglia al di sopra del quale compare tutto il fastidioso corteo sintomatologico; è difficile definire la quantità di lattosio tollerabile, è piuttosto importante imparare per prove ed errori la quantità tollerata, affidandosi anche alla lettura delle etichette degli alimenti del commercio.

Eliminare il lattosio dalla dieta non è in realtà così semplice come può sembrare, perché il lattosio non è solo il principale zucchero del latte, ma è presente in minori quantità anche nello yogurt, nella panna, nei fiocchi di latte, nella mozzarella, nella ricotta.

Sebbene il latte e gli alimenti a base di latte siano l’unica fonte naturale di lattosio, quest’ultimo si trova spesso aggiunto ai cibi preparati commercialmente; le persone con bassissima tolleranza al lattosio dovrebbero conoscere i numerosi prodotti alimentari commerciali che possono contenere anche piccole quantità di lattosio. A questo proposito, si consiglia di leggere con attenzione le etichette degli alimenti alla ricerca di latte e lattosio, ma anche di siero di latte, ricotta, derivati del latte, caseina, lattoalbumina, polveri di latte e formaggi in genere al fine di verificare la presenza di lattosio.

Molti soggetti intolleranti riescono, invece, a tollerare l’ingestione di piccole quantità di lattosio, come ad esempio quelle contenute nello yogurt, in una porzione piccola di gelato o in piccole quantità di latte .

Ricordiamo che quando si elimina totalmente il lattosio dalla dieta si ha un peggioramento nell’assorbimento del calcio ed un peggioramento della mineralizzazione ossea; per questo motivo in caso di accertata intolleranza è buona norma includere nella dieta i formaggi a basso contenuto di lattosio (es. parmigiano stagionato 36 mesi) ed assumere acqua ad elevato contenuto di calcio e qualora necessario integratori a base di calcio. Per aumentare l’apporto di calcio è bene ricordare che, in discrete quantità, è rinvenibile anche nei legumi, nel pesce, nelle noci e in alcuni ortaggi verdi.

In commercio esistono dei preparati a base di enzimi (come ad esempio Silact o Lacdigest) che si assumono insieme all’alimento contenente lattosio per facilitarne la digestione e le aziende alimentari stanno presentando una gamma sempre più ampia di prodotti a basso contenuto di lattosio (latte, panna, mascarpone, mozzarella, fiocchi di latte, ricotta, formaggi spalmabili, …)