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Il lago di Costanza è un punto di incontro non solo di tre paesi – Svizzera, Germania e Austria, ma anche di tre elementi che racchiudono le mie passioni, ossia cibo, vino e natura. E proprio sul lago di Costanza si affaccia il Cantone di Thurgau che ho scoperto grazie all’incontro con Ellen Gromann del blog Patotra con cui abbiamo realizzato uno scambio culturale tra blogger che ci è piaciuto tantissimo. Ho iniziato io con un viaggio in avanscoperta per potere tornare con tutta la famiglia e le nostre sfidanti esigenze alimentari.

Thurgau, il cantone verde

Se uno mi chiedesse di descrivere il Cantone di Thurgau attraverso un solo aggettivo, direi verde. Perché a partire dallo scorcio fuori dalle finestre dell’Hotel Kreuzlingen am Hafen, il verde brillante ti entra nella telecamera del cellulare cancellando qualsiasi impostazione di luce e definisce i contorni di tutto ciò che si muove al suo interno: verdi sono tutti i fili d’erba disciplinati e fitti, verdi sono le siepi tagliate in perfette geometrie, verdi le distese di alberi di melo e le coltivazioni di insalata e cavoli.

Il parco lungo il lago di Costanza visto dall'hotel Kreuzlingen am Hafen

Il parco lungo il lago di Costanza visto dall’hotel Kreuzlingen am Hafen

Se invece dovessi scegliere un sostantivo, direi armonia, perché le case si fondono perfettamente con il paesaggio per forma e colori, le montagne abbracciano delicatamente i laghi senza sovrastarli, il fiume Reno si tuffa silenzioso nel lago di Costanza senza che le sue acque si mescolino a quelle lacustri uscendone indisturbate sull’altra estremità, le file verticali di vigneti disegnano le fantasie degli scacchi di tessuto e le pasciute mucche dai variabili mantelli ti guardano con una tranquillità da fare invidia.

E come tutti coloro che hanno studiato sui testi di scuola italiani sanno, Svizzera è sinonimo di cioccolato, quindi come tutti gli italiani che si rispettino, dal cioccolato abbiamo iniziato il nostro viaggio di scoperta, partendo dalla cittadina di Gottlieben.

I Gottlieber Hüppen: un croccante abbraccio per il cioccolato

Qui, nel 1928, una intraprendente signora di nome Elisabeth Wegeli decide di trasformare in impresa la tradizione locale di preparare sottili cialde di wafer. La sua idea vincente è quella di arrotolare i croccanti involucri e farcirli con morbida crema al cioccolato: nascono i famosissimi Gottlieber Hüppen. In questa azienda di circa 80 dipendenti (soprattutto donne per la precisione e la pazienza che molte operazioni richiedono), gli ambienti profumano di biscotto e cioccolato fuso. Al piano terra vengono cotti per 40 secondi i sottilissimi wafer (8000 all’ora) su piccole piastre di metallo prima di essere velocemente avvolti attorno ad un cilindro e rifilati in modo accurato.

I wafer pronti per la farcitura

I wafer pronti per la farcitura

Un gottlieber hueppen con crema di mandorle

Un Gottlieber Hueppen con crema di mandorle

Al piano superiore, 56 sottili dita metalliche farciscono i croccanti rotoli con 14 diverse creme al cioccolato, che vengono poi avvolti singolarmente in colorati involucri di alluminio e in incantevoli scatole di latta o cartone dai più svariati decori. Il risultato? Ogni giorno escono dalla magica fabbrica nascosta tra le case residenziali ben 140.000 dolcetti spediti in tutto il mondo e simbolo dell’industria dolciaria del paese. La sfida su cui sta lavorando il mastro fornaio? Preparare il croccante wafer con farina di riso per avere finalmente anche i Gottlieber Hüppen in versione gluten free: noi li stiamo aspettando!

La degustazione è incredibile! I prodotti sono talmente curati che si è quasi intimoriti dallo scartarli per rovinare tanta bellezza, ma il gioco di consistenze, sapori e profumi è davvero un’esperienza da provare.

Degustazione dei prodotti Gottlieber, purtroppo non ancora senza glutine

Degustazione dei prodotti Gottlieber, purtroppo non ancora senza glutine

Il pomeriggio segue il filo dei ricordi di Stefano visto che fin dalle scuole elementari avrebbe voluto vedere le cascate sul Reno di Schaffhausen, quindi un fuori programma adrenalinico che ci permette di incontrare sul cammino un vero e proprio gioiello, il paese di Stein am Rhein, costruito nel punto in cui il fiume si getta nel lago di Costanza e dove ogni facciata sembra volere scrivere un libro attraverso i dipinti.

La cittadina di Stein am Rhein

La cittadina di Stein am Rhein

 

Un’ora di strada con scorci mozzafiato ed una sosta in quello che Stefano ed io vorremmo fare “Next time” nella promessa di organizzare altri viaggi per incontrare Ellen e Fred con cui l’alchemia fa scintille: dormire in una bolla trasparente immersi nella natura! Il mio sogno? Proporvi una cena senza glutine con vista sul lago al tramonto… lo mettiamo in agenda!

 

Le cascate di Schaffhausen viste dal barcone

Le cascate di Schaffhausen viste dal barcone

 

schaffhausen

Una delle stanze a bolla immerse nella natura

Una delle stanze a bolla immerse nella natura

A Schaffhausen si respira l’atmosfera delle attrazioni turistiche con il pullulare di pullman, auto e persone delle più svariate etnie e la potenza delle cascate che lambiscono la città è decisamente inaspettata. Non possiamo non prendere uno dei barconi a motore che, con consuetudine ed esperienza, si avvicinano paurosamente alle cascate tra le urla di noi ignari turisti. Ovviamente i vestiti si bagnano leggermente nella nuvola di goccioline bianche che ci immerge, ma ci incamminiamo subito verso l’auto per riprendere il programma originale e asciugarci nel tepore del trasferimento.

Terra di mele e sidro

Destinazione sidro perché nella regione la produzione di mele è molto diffusa e diversificata: consumo come frutta o ingrediente in cucina, succo e sidro, a seconda delle varietà. Raggiungiamo la sidreria Mohl con l’annesso Mömo, stabilimento e museo di sidro classico ed innovativo, uno spumeggiante progetto dove la cultura e l’attenzione verso l’ambiente ci guidano alla scoperta di questa azienda fondata nel 1895 e trasformata nel “Cider Clan”, come recitano le divise del personale.

Interno della sidreria

Interno della sidreria

Le tipologie di mele trattate dalla sidreria

Le tipologie di mele trattate dalla sidreria

Degustazione di 8 tipi di sidro che, nonostante la bassa gradazione alcolica che non supera mai il 4,5% e qualche versione analcolica, mette a dura prova la mia moblilità, ma mi fa conoscere un prodotto poco diffuso in Italia, ma di larghissimo consumo in Svizzera, proprio nella sua versione analcolica (i 2/3 dei consumi sono oggi del prodotto senza alcool) per l’inasprimento delle sanzioni per la guida in stato di ebbrezza introdotte negli ultimi anni.

degustazione

Dopo questo dolce aperitivo, non potevamo che concludere con la cena in un ristorante dove la specialità del lago, il Bodensee-Knusperli, il pesce persico croccante, viene servito in versione gluten free: foto e promesse spediti immediatamente sul gruppo di famiglia su WhatsApp.

Al ristorante Seemöwe la cucina è donna ed è attenta non solo al senza glutine, ma anche al senza lattosio perché proprio la chef Erika Harder non può consumare latticini: sappiamo che possiamo stare più tranquilli quando in cucina si conoscono le intolleranze in prima persona!

Peccato per la pioggia che ci impedisce di godere di una splendida vista dalla terrazza, ma il menù ben calibrato e la Zuppa di vino tipica del territorio ci regalano la conclusione di una giornata davvero ricca. Ah, il dolce? Tiramisù alle mele che vi riproporrò sicuramente a breve sul blog in versione light.

cena

…Ma anche di formaggi e cioccolato

Il sabato mattina andiamo alla ricerca degli ingredienti per cucinare la cena: la famosissima Raclette che, per mia grande gioia, è naturalmente senza glutine!
Fare la spesa è una fantastica sorpresa perché Ellen e Fred si recano direttamente dagli agricoltori locali, molti dei quali hanno il negozio in cui vendono i prodotti della loro azienda agricola, quindi troviamo formaggi, carne, uova, verdure e addirittura il pane.

Le strade sono punteggiate da cartelli che invitano ad acquistare ciò che ognuno produce e io, non potevo non fare una tappa in un piccolo caseificio dove acquisto tante specialità locali, in particolare l’Appenzeller, e dove ci facciamo affettare il formaggio per la Raclette serale, bellissime fette rettangolari dello spessore di
7 mm, come mi fa notare la sorridente signora che ci serve, anticipando non poche risate per un viaggio in auto molto “aromatico” fino a quando non riusciamo a lasciare il formaggio nel frigorifero di casa!

Le fette di formaggio per preparare la Raclette

Le fette di formaggio per preparare la Raclette

Altra sosta obbligata? La fabbrica di cioccolato Stella con una selezione incredibile di cioccolata senza glutine e anche senza zucchero: già penso a come usarla nel Tiramisù alle mele!

Superiamo la frontiera urbana che separa la cittadina di Kreuzlingen in Svizzera dalla città di Costanza in Germania lungo lo stesso lato dell’omonimo lago: questa inusuale frontiera mi ha colto completamente di sorpresa perché non mi ero resa conto che il lago fosse unione e al contempo separazione tra i due stati europei.

La galleria a cielo aperto a Costanza

La galleria a cielo aperto a Costanza

costanza

La luce che riflette sulle acque del lago dona a tutto il paesaggio una tonalità di colori e di pace che sono unici delle località lacustri.
Costanza brulica di vita e risuona delle musiche più diverse prodotte da artisti di strada che spaziano dai suoni delle cornamuse di un robusto signore in kilt ai classici nostalgici degli anni ’80, il tutto abbracciato dai decori delle facciate della case medievali o dalle opere moderne che trasformano i sottopassi in gallerie d’arte all’aperto.

Weinweg: degustare il vino seguendo i vigneti

Dopo una veloce sosta caffè, ci trasferiamo a Weinfelden che, come promette il nome (composto dai termini “vino” e “campi”), ci accoglie tra i vigneti per l’attività pomeridiana: 9 km di camminata lungo i sentieri tra le vigne, il Weinweg. Alla stazione ferroviaria, ritiriamo lo zainetto con tutto il necessario per l’esperienza: cartina del sentiero, pane croccante tipico, acqua e il bicchierino da degustazione che potrà essere riempito per ben 4 volte, ossia 2 volte per ogni stazione di assaggio grazie ad un codice che ci permetterà di aprire il caveau, ossia le cantinette con numerosi vini tra cui scegliere e personalizzare la propria degustazione. Il tutto ad un prezzo di 25 Franchi svizzeri a persona che riteniamo onestissimo per quello che l’attività ci regala.

Weinweg

La fortuna ci assiste perché nonostante il calendario ci ricordi che è il 15 ottobre, in cielo splende un sole degno delle migliori giornate di fine estate, mentre i colori degli alberi e delle viti sono quelli della tavolozza autunnale più infuocata di mai. Non sappiamo da che parte girare lo sguardo perché la natura ci incanta ad ogni punto cardinale: Alpi innevate, pianure rigogliose, animali al pascolo e linee di viti dipinte a perdita d’occhio.

La prima stazione di degustazione arriva senza che ci rendiamo conto di avere già percorso diversi chilometri di strada. Con il codice magico, apriamo la porta di legno che si schiude davanti ad una cantinetta piena di numerose bottiglie di vini bianchi e rossi da cui attingere. Da buoni golosi, non ci siamo fatti cogliere alla sprovvista e parte degli acquisti di formaggi e carni dai contadini locali è stata aggiunta agli zainetti per rendere il pane decisamente più accattivante per gli improvvisati abbianamenti.

La prima stazione di degustazione

La prima stazione di degustazione

degustazione

Il cammino del Weinweg pullula di vita con le persone che lo percorrono, i punti di ristoro che lo punteggiano, la varietà di animali che lo abitano, i contadini che lo lavorano e le innumerevoli chiacchiere che comunque non ne scalfiscono il silenzio.

weinveg

Il tempo di percorrenza indicato è di 3 ore, ma tra chiacchiere, soste, foto, filmati, incontri e risate, noi di ore ne impieghiamo 5 e con grande dispiacere prendiamo atto che il sole inizia ad infuocarsi pure lui, comunicandoci che è giunta l’ora di tornare al nostro campo base.

Siamo appagati ed affamati, felici di poterci gustare la famosa Raclette senza troppi sensi di colpa dopo che il cellulare ci ricorda che abbiamo percorso ben 14 km di strada a piedi!

La Raclette: la cucina a vista della tradizione

Ci rechiamo quindi diretti a casa dei nostri fantastici ospiti per allestire il tavolo con la piastra riscaldata che trasforma il formaggio in una golosissima crema da arricchire con verdure, prosciutto e spezie e da versare sulle patate bollite che fungono da pratico ed indispensabile supporto. La cena che prende forma con il contributo di ognuno dei commensali è proprio un bel modo di condividere la tavola e credo che, prima o poi, la Raclette troverà posto anche sulla nostra tavola, magari con qualche personalizzazione negli abbinamenti di ingredienti per renderla il più possibile “amica” della glicemia.

Siamo sorpresi anche noi da tutto ciò che siamo riusciti a fare in due giorni, dalla carica di energia che tanta bellezza è riuscita a trasmetterci, così domenica mattina ripartiamo godendoci gli ultimi scorci di paesaggio elvetico prima lungo il fiume Limmat a Zurigo, poi sul lago di Zugo e di Lugano prima di attraversare la frontiera verso casa dove sarà mio compito fare innamorare Ellen e Fred della mia terra, così come hanno fatto loro portandomi nel cantone di Thurgau.

Potete trovare tante altre informazioni e contatti per organizzare una fuga in questa zona su Thurgau-bodensee.